Alessio Bernabei, ex frontman dei Dear Jack, si racconta in un’intervista a tutto tondo alla nostra inviata, Selenia Orzella. Le sue prime parole dopo il lancio dell’album da solista sono solo su Notizie e Musica
Esce oggi [venerdì 8 aprile, ndr] Noi siamo infinito, il disco d’esordio di Alessio Bernabei. Abbiamo anche l’onore di consegnarti la tua prima copia. Come ci si sente?
«Io non l’avevamo mai visto: è davvero la prima copia che ho in mano. Sono molto emozionato: è il primo frutto di un nuovo percorso. Ci ho messo tutto me stesso, ci ho messo il cuore. E i risultati che si ottengono i questo modo ti appagano in una maniera incredibile. È bellissimo vedere un progetto in carne ed ossa».
Ascoltando l’album, si capisce subito che tu entri in mondi che non avevi mai esplorato prima. Qual è stato il percorso per arrivare a questo punto? Ricordando sempre il Festival di Sanremo, che per te è stato un bel trampolino di lancio.
«In realtà questa è proprio una nuova maschera. Il mio passato è diverso da adesso, nel senso che era di tutt’altro genere, di uno stile diverso che forse non mi apparteneva al cento per cento. Mentre ora stando da solo, ho messo veramente quello che sono dentro a un progetto. Ho esplorato mondi inesplorati e ho scelto uno stile musicale in cui emergano tutte le mie influenze, dall’hip-hop all’R&B, dalla dance al rock. C’è un po’ di tutto ed è bello così».
Sei stato a Parma, per una data zero del Noi siamo infinito Live. E ci saranno poi altre due date: il 19 aprile all’Alcatraz di Milano e il 21 aprile all’Orion di Roma. Ma il battesimo del fuoco è stato fatto: come è stato suonarlo per la prima volta dal vivo?
«È stato bello ritornare su un palco dopo tanto tempo. Io sono dell’idea che un artista viva del palco, davanti a un pubblico. Fantastico vedere facce conosciute, ma anche volti nuovi, di persone che si sono aggiunte e che hanno creduto in questo mio nuovo percorso. Ho apprezzato poter rivivere tutti i momenti, dai pezzi precedenti che ho fatto con la band ai brani di oggi. Addirittura ho messo delle cover che facevo quando avevo 15 anni. Ringrazio tutti i miei fan perché sono loro che mi danno la forza di farcela ogni giorno».
Come si vive musicalmente soli? Devi fare i conti solo con te stesso e basta, senza più una serie di altre teste: è emerso qualcosa che non pensavi di avere?
«Essere soli ha dei lati positivi e negativi. Ovviamente tutte le responsabilità ricadono su di me e devo farcela con le mie forze: il vantaggio di questo aspetto è che sto crescendo molto in fretta, più in fretta di quanto non accadesse prima. Inoltre, ho più libertà artistiche: non mi devo più accordare con altre persone. Se voglio fare qualcosa la faccio, se voglio suonare, per esempio, un pezzo alla batteria posso farlo».
Un’ultima domanda: stai seguendo Amici, che ha poi dato il via alla tua carriera? Chi vincerà?
«Ogni tanto lo seguo. Ho visto l’ultima puntata del serale e mi sorprende che ogni anno che passa ci sono ragazzi preparatissimi. È come se il livello si alzasse sempre di più, entrano lì e sono già degli artisti. Faccio un in bocca al lupo a tutti. Non ho un vero e proprio preferito, ma ho visto che c’è moltissima preparazione: possono farcela anche nel mondo discografico italiano perché sono voci piuttosto particolari».
Si ringrazia Alessio Bernabei per la gentile disponibilità.